Non si giudica un libro dalla copertina
Il progetto nasce dall'incontro tra l'artista Laura Cionci e l'editore Mariangela Mincione. Il titolo vuole essere una chiara provocazione sul fatto che la visione dell'immagine sul libro ha influenza sul lettore: il primo approccio con l'oggetto è quello visivo. Si crea così una ulteriore connessione, l'immagine accompagna il romanzo per tutta la sua durata e, come un puzzle, nella lettura, si concretizza e diventa scena principale, atmosfera, spazio, gesto.
L’artista a seguito della lettura del testo selezionato dà la sua interpretazione attraverso una sua opera che sceglierà dal suo bagaglio o ne creerà una ad hoc. Il progetto è stato inaugurato in una tra le più importanti gallerie d’arte italiane, Pio Monti Arte Contemporanea di Roma.
Alessandro Cannistrà
Alessandro Cannistrà per Intervista a Dio di Giorgio Manganelli.
Con le sue quattro opere Oggetti di pensiero, tra misteri ancestrali e ipotesi futuristiche, sonda i nuovi gradi della sua sperimentazione, la capacità di sensibilizzare l’attenzione di chi osserva ponendolo all’incrocio di elementi contrastanti, se non opposti che, in lui, si vivificano in una traduzione sinergica e contaminante.
Distruzione-creazione, luce-oscurità, concettualità-fisicità sono solo alcuni dei binomi ravvisabili nei suoi interventi che ci inducono e animano a un silenzio pieno di suggestioni che persuade e convince.
Laura Cionci
Laura Cionci per Exit di Daniela De Prato.
Presenta quattro fotografie stampate su carta Hahnemühle dal titolo Utopie del tempo di cui fa parte anche l'opera di copertina. Gli scatti sono semplici gesti quotidiani negli spazi di case che sembrano dimenticate.
Questi vengono "sospesi" nel tempo e nello spazio; una sospensione che perpetua il presente dentro di noi. Solo dentro, mentre tutto fuori cambia e corre istericamente. Il corpo è centrale. Questo lavoro parla della malattia, del dolore, del presente reale che coinvolge tutti. Il presente, per chi vive un evento intimo straordinario nella vita, diventa un momento di riflessione, maturazione, passaggio, si deforma nella linea temporale.
Quando si vive un presente doloroso si affronta se stessi e basta. Il tempo si dilata e nello stesso momento si concentra diventando un luogo fisico dove rifugiare i pensieri più profondi che in un secondo momento, nella quiete, potranno essere compresi, interiorizzati, sviluppati.
Iginio De Luca
Iginio De Luca per Amore meno zero di Stefano Rizzo.
Presenta insieme all'opera di copertina, tre fotografie a getto d'inchiostro su carta Hahnemühle riunite sotto il titolo Solarium, foto di fiori in bella mostra dei fiorai romani.
A Roma i fiorai rischiarano le strade notturne di luce glaciale, puntualizzano lo spazio con serre di fortuna, teloni, accampamenti precari di una natura in provetta.
Sono immagini fittizie perché mostrano ciò che realmente non sono; offrono eccitazioni visive accattivanti e superficialmente attraenti. Come uno still life dell’apparenza, un’overdose di colori, il fiore appare in un finto habitat, un simulacro di vita.
Il titolo allude metaforicamente alla condizione umana, un micro-sole da laboratorio, una fotocopia della natura, che riflette sul concetto barocco di vita e di morte, sulla decadenza, sulla vanità, sul disfacimento della bellezza e la disperata corsa al suo congelamento.
Gli artisti che hanno aderito al progetto:
- Elena Bellantoni per Capelli dappertutto di Tea Tulić, traduzione di Federico Giulio Sicurella. Collana Narrativa.
- Gianni Picentini per Jo va a nanna di Pietro Dell’Acqua. Collana Narrativa.
- Angelo Bellobono per Chi, cosa. A cura di Osvaldo Costantini, Aurora Massa, Jvan Yazdani. Collana Entroterra.
- Maria Angeles Vila Tortosa per Per vie sacre. A cura di Marcello Duranti e Saveria Catena. Collana Entroterra.
- Donatella Spaziani per Quando la vita era geografia di Michael Speier, traduzione di Mauro Ponzi. Collana Poesia.
- Saverio Todaro per La rotta dei brand di Alberto Improda. Collana Entroterra.
- Alice Schivardi per Libera Resistenza di Luca Attanasio. Collana Vita Vitae.