Datemi un pizzicotto sto ancora sognando, ma è come se Camilla mi apparisse davanti in questo momento! La rivedo immersa in uno dei suoi silenzi ultraterreni mentre sottolinea con la matita rossa e blu un passo di Lenin o una spiegazione sugli esplosivi, oppure mentre mi sbottona la camicia con gli occhi che le luccicano per l’intensità del suo desiderio. Certo, era pugnace e un po’ aggressiva, Camilla, ma fu grazie a lei che io divenni esordiente in diversi campi: la politica, lo studio sistematico della nitroglicerina. E il sesso, naturalmente.

Camilla.

Camilla, senza alcuna predisposizione né vocazione per tutto ciò che interessava alla maggior parte delle sue coetanee - romanticismo, progetto di diventare veterinaria in Africa o cose del genere - era dotata di una dose di pragmatismo inusuale. Io l’ho conosciuto il suo pragmatismo, lo si poteva quasi toccare con mano, un pragmatismo rovente che colava con fluidità dalla stessa fornace nella quale ribollivano in lei un carattere fermo, molto fermo, una cultura enciclopedica, molto enciclopedica, e una determinazione invidiabile, molto invidiabile. Insomma, una spiccata inclinazione per la supremazia.

Era proprio brava, Camilla, brava in tutto. Un cannone!

Già a quattordici anni, tanto per dirne una, aveva realizzato un exploit che le fece rasentare il divismo: si guadagnò senza molto sforzo, la prima medaglia d’oro alle Olimpiadi Europee della Matematica. E prima degli esami di maturità se n’era messe in tasca altre due di medaglie, sbaragliando, come le volte precedenti, tutti i geniali rampolli provenienti da scuole d’Europa…

Oggi, che di Camilla non resta che un dolce e acerbo ricordo, mi piace ancora immaginarla quando per ben tre volte, stretta nei suoi jeans scoloriti, o forse in minigonna, aveva. affrontato le prove di selezione per quegli ambiziosi traguardi. Me la figuro, Camilla, ragazzina, seduta con le spalle dritte, la penna poggiata sulle labbra, china sui fogli ricoperti di cifre, con la solita ciocca di capelli che le pendeva da un lato dandole un’aria fin troppo sbarazzina per una secchiona come doveva essere lei già al tempo del liceo. Me la immagino, certo. Mi sembra proprio di vederla adesso davanti al mio sguardo adorante. Una biondina non magra né grassa, un viso ovale nel quale spiccavano il verde trasparente degli occhi e il candore dei denti, alta quasi quanto me, e che non portava mai il reggiseno. E che in ogni circostanza in cui l’ho vista sotto tensione, oltre che idee chiare e una determinazione invidiabile, esibiva anche un sorriso malinconico che ammaliava e inteneriva.


E il duca sorrise d’un sorriso triste e incantatore al tempo stesso. 

Tra le cose che mi unirono a Camilla, c’era la Chimica. È per questo che azzardo un paragone, anzi due. Gli alogeni, si sa, sono gli elementi più reattivi della tavola periodica, e dunque hanno la capacità di reagire con gli atomi più disparati; ecco, Camilla era come un alogeno, ossia con disinvoltura reagiva - o meglio interagiva - con le persone più diverse. Però, e in questo simile a un gas nobile, monoatomico, non si legava mai a nessuno. Snobismo intellettuale? Attitudine normale in una figlia unica idolatrata dai genitori? O solenne consapevolezza di superiorità? Magari tutte queste cose assieme. Io, però, fui un’eccezione per lei, e anche Massimo e Marino lo furono, visto che, per quanto ne sappia, fummo gli unici a contenderci quel suo sentimento duro e feroce che assomigliava all’amore.

  • Titolo Camilla
  • Autore Isaia Iannaccone
  • Collana Narrativa
  • Isbn 978-2-931144-19-0
  • Illustrazioni e Cover Rosa Puglisi
  • Esce ottobre 2022 
  • Costa 18.00
  • Ebook 978-2-931144-22-0  Costa9.00

Più che un incontro una miccia quella tra Paolo e Camilla, studenti del primo anno di Chimica nella Napoli dei fermenti politici del 1969: l’Italsider di Bagnoli, le lotte operaie, la guerra del Vietnam e i fantasmi agguerriti e onnipresenti di Marx, Lenin, Mao, il poliamore, il sesso…
Tra lo sgabuzzino del laboratorio di facoltà e un palazzo occupato dal vecchio Marino, convinto di tirare le fila di un complotto rivoluzionario, nascono avventure, esplodono passioni e ideologie di Paolo Massimo e Camilla.
I tre moschettieri di Isaia Iannaccone.= 

Isaia Iannaccone. Chimico e sinologo, nato a Napoli, vive a Bruxelles. Specialista della storia della scienza cinese, e della storia dell’incontro tra l’Europa e la Cina, è membro dell’International Academy of History of Science, ha tenuto corsi e seminari in diverse università occidentali e orientali, ed è autore di saggi accademici (fra cui: Misurare il cielo: l’antica astronomia cinese, 1991; Johann Schreck Terrentius: le scienze rinascimentali e lo spirito dell’Accademia dei Lincei nella Cina dei Ming, 1998; Storia e civiltà della Cina: cinque lezioni, 1999 ; Pillole di Cina. Un grande Paese a piccole dosi, 2022), di numerosi articoli (fra essi quelli sulla scienza cinese nell’enciclopedia Il Medioevo a cura Umberto Eco, EncycloMedia 2010-2011), nonché di due guide della Cina per il Touring Club Italiano, e di opere teatrali e libretti d’opera. Nella narrativa, è autore di cinque romanzi: L’amico di Galileo (Rizzoli 2006), e Il sipario di giada (Sonzogno-Rizzoli, 2008), entrambi bestseller internazionali, Lo studente e l’ambasciatore (Guerra, 2015), e Il dio dell’I-Ching (Orientalia 2018), Il quaderno di Verbiest (Orientalia 2019).

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