Michela in auto, spenta al rosso, di sera tardi. Seduta al volante, oltre il finestrino straordinariamente piove. Si chiede come mai si sia fermata, dato che tutto intorno è il deserto. Striscia il dito sullo schermo del telefono, che ha smesso di vibrare solo ora, da quando ha mollato Alessandro alla redazione. Neanche cinque minuti fa ha chiuso la porta dell’ufficio, la voce di lui rimbombava per le scale, le solite raccomandazioni di sbrigarsi e non fare cazzate, proseguendo la lagna via messaggio, per tutto il tragitto. Lei ha fatto più in fretta che ha potuto, ma qualcosa l’aveva trattenuta nel parcheggio del centro, prima ancora di mettere in moto. Un’aria strana, un refolo sulla pancia nuda nonostante i vestiti che ha addosso, insolito. Le foglie sono immobili, Michela capisce che quel vento soffia solo per lei. E allora realizza che di insolito c’è solo la sua presenza in quella macchina, come questa pioggia torrenziale che affligge Foggia da ieri ed è appena finita, facendo solo danni. Lei la più forte, mastino dentro e fuori il giornale, che scalpita ogni volta che c’è da andare in qualche posto atroce a raccogliere le parole della gente. Parole come gocce di sangue che colano dal cuore… pensava sempre a quella frase di John Fante e a tutte le cose che l’avevano resa com’è. Tanto ispirati i suoi pensieri, così di sorpresa viene trafitta da una domanda: e se sbaglio?

Foggia. Michela è una cronista di un giornale locale e segue immediatamente una soffiata: c’è uno scontro tra mafiosi di famiglie rivali. È notte e piove. Nonostante determinazione e talento da vendere, il suo presente la opprime e cerca a chi dare la colpa. Alfonso Guerra è appena entrato nel giro degli affari e quella sera aspetta segnali di vittoria per l’ennesimo colpo della sua famiglia. Oltre a suo zio Matteo, è quello che ci guadagnerebbe di più.Sulla costa continuano gli sbarchi clandestini, tra morti e sopravvissuti sbarca Mosè- come l’avrebbero chiamato- che si fa strada fino alle campagne foggiane. Incontrerà le vite di Michela e di Alfonso e Foggia, città dei venti e dell’assenza.
Francesco Annicchiarico (Napoli 1980) è la voce italiana di Anna Kantoch, Szczepan Twardoch, Mikolaj Lozinski e molti altri drammaturghi e romanzieri polacchi. Ha cominciato nel 2007 e ancora non vuole smettere. Ha pubblicato diversi racconti, Quando tutto è bianco è il suo primo romanzo.